A volte ritornano, i clienti. Specialmente se hai fatto tutto il possibile perché fossero soddisfatti.
A volte ritornano pure gli spot, se a dispetto del fatto che non sono esattamente il nostro pane quotidiano, è proprio di uno spot che la Regione Umbria è soddisfatta.
A volte ritornano, e sono i benvenuti. Anche perché accade che nel frattempo – a partire da quella che non sapevamo se chiamare un’esperienza spot – Geco abbia fatto un deciso passo in avanti, insieme ad altri importanti clienti, nella dimestichezza con l’audiovisivo.
‘A volte ritornano’, per una campagna che riguarda la donazione di organi e tessuti, è anche una frase che si presta a doppi sensi che potrebbero apparire sconvenienti.
A noi però non importa. Anzi ci piace parlare con libertà di una cosa che per caso è entrata a far parte della nostra vita lavorativa, ed è di suo enormemente importante per affermare la vita in genere, senza bisogno di aggettivi. Così importante da renderci, per caso, orgogliosi.
I fatti, certo. Avevamo realizzato uno spot per il Centro Nazionale Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità, volto a promuovere la cultura della donazione di organi. Il risultato è parso convincente, e qualche tempo fa gli stessi interlocutori ci hanno richiamato. Stavolta per realizzare un nuovo filmato di 30 secondi per promuovere un progetto pilota che ha per protagonista la Regione Umbria e che riguarda la possibilità, per chiunque, di esprimere il proprio consenso alla donazione direttamente nel momento in cui si richiede o si rinnova un documento.
Il nuovo spot è qui, e vuole dire che donare è una ‘questione di identità’, e una scelta che resta. Ancora una volta ci siamo divertiti a immaginarlo e a farlo diventare qualcosa di concreto. Con la soddisfazione doppia di sapere che la principale concretezza è proprio quella legata alla donazione. Che grazie a progetti come questo è alla portata di un numero crescente di cittadini.
Anche stavolta, forse anche più della prima, abbiamo ricevuto apprezzamenti e calore. Ne siamo, non per caso, orgogliosi. E ci diciamo che non c’è due senza tre, che le rose fioriscono e i clienti contenti richiamano. Tutte queste cose, e altre, ci diciamo.
Ma l’esperienza di fare una cosa per la prima volta, e sforzarsi di farla bene, e perciò essere chiamati di nuovo, ci propone chiara e forte una realtà spesso sottovalutata.
E cioè che non c’è due senza uno (una constatazione che appare interessante anche in tema di donazioni).
Il resto appartiene al futuro ed è perciò, com’è noto, ancora tutto da scrivere.
In ambito salute abbiamo lavorato anche per Centro Nazionale Trapianti (ISS)